SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO
Si tratta di un complesso di alterazioni della fisiologia dovute a stress di vario tipo: fisici, chimici, sociali e psicologici. La sindrome generale di adattamento fu evidenziata dal medico endocrinologo ungherese Hans Selye nel 1936, l’ipotesi, corroborata da sperimentazioni, si fondava sull'esistenza di meccanismi biologici che presiedono alle risposte di adattamento di un organismo a fronte di un agente nocivo, rappresentati da un insieme di segni e di sintomi tra loro correlati e coerenti tale da far pensare all’esistenza di una sindrome generalizzata di risposte, denominata, successivamente, “sindrome generale di adattamento” (SGA) o, facendo riferimento alla metallurgia, “stress”.
Nei suoi studi su cavie di laboratorio, Selye dimostro che essa si organizza in tre fasi successive. La prima fase, di allarme, è contrassegnata da una reazione di stress acuto in cui sono mobilitate le difese dell’organismo (iperattivazione ipofisi-corticosurrene). Nella seconda fase, di resistenza, l’organismo è impegnato nel fronteggiare l’agente stressante (definito stressor); la reazione di stress è sempre attiva e continua l’iperproduzione di cortisolo. La terza fase, di esaurimento, subentra quando l’esposizione allo stressor si protrae in modo abnorme e l’organismo non può mantenere più a lungo lo stato di resistenza; in questa fase la corteccia surrenale entra in stato di esaurimento funzionale e si possono sviluppare nell’organismo patologie di vario tipo, a volte difficilmente reversibili.
L’importanza delle scoperte di Selye risiede soprattutto nel fatto che per la prima volta in fisiologia e in medicina veniva stabilita l’esistenza di un rapporto tra stimoli esterni, per es. di minaccia, e reazione interna dell’organismo, dimostrabile, obiettivabile e misurabile. Sebbene questo meccanismo fosse probabilmente conosciuto da molti medici, sulla base delle osservazioni derivate dall’esperienza clinica quotidiana, la formulazione del concetto di stress rese possibile uno studio scientifico sistematico del rapporto tra organismo e ambiente e, nello specifico, tra stimoli ambientali, reazioni psicologiche, modificazioni fisiologiche e sviluppo di malattie.
Gli effetti negativi dello stress si verificano quando vi è un’incongruenza fra le richieste dell’ambiente e la capacità soggettiva di esaudirle. Tale incongruenza viene definita distress, contrapposta alla condizione di eustress che è positiva e fonte di gratificazione per l’individuo.
In relazione alla tipologia di stress Selye, sosteneva che ogni individuo possiede un diverso livello di resistenza al fenomeno, che, a sua volta, non è sempre e necessariamente di tipo negativo o dannoso. I fenomeni che generano stress si possono riconoscere nell’angoscia, nello sforzo fisico, come pure nel successo. Molto interessante è anche la questione che dal punto di vista della sua capacità di provocare uno stress, non ha importanza che l’agente stressante, o la situazione che dobbiamo fronteggiare, sia piacevole o spiacevole: conta solamente l’intensità del bisogno di adattamento o riadattamento (Selye, 1974). Pertanto l'organismo, internamente, non è capace di distinguere la "motivazione" per cui si produce lo stress, ma risponderà sempre secondo un determinato schema.
Analogamente alla medicina cinese, secondo la quale "l'energia del corpo è una sola", gli individui, secondo Selye, possiedono un “serbatoio di energie” per fronteggiare gli stimoli esterni, in base al quale si determina il livello di resistenza al fenomeno. Tale “serbatoio di energie” si esaurisce facilmente quando l’agente stressante è particolarmente intenso, o quando più fattori stressanti agiscono contemporaneamente, oppure ancora quando l’azione degli agenti stressanti è prolungata nel tempo.
COME PUO' ESSERE DI AIUTO L'AGOPUNTURA E IN GENERALE LA MEDICINA CINESE?
In termini fisiologici, l'agopuntura si fonda sul principio della medicina tradizionale cinese, che si occupa del ripristino o mantenimento dell'equilibrio energetico della persona in termini Yin/yang; la concezione superficiale che l'agopuntura sia una terapia per trattare il dolore, deriva da una informazione relativa alla ricerca di un effetto riscontrabile, e tutto ciò è relativo al fatto che il sintomo "dolore" sia in realtà una risposta dell'organismo ad un qualcosa che ne ha alterato l'equilibrio omeostatico e lo sta danneggiando; pertanto l'agopuntura tratta si il dolore, ma lo fa attraverso il riequilibrio funzionale del sistema che si è alterato. Inoltre esistono tutta una categoria di sintomi o patologie "senza apparente causa", che possono essere trattate proprio perchè i meccanismi dello stress hanno comportato un danneggiamento, apparente o reale, a vario livello dei sistemi di funzionamento dell'organismo.
La particolarità dell'agopuntura e in maniera specifica anche dell'agopuntura auricolare (auricoloterapia) risiede nella possibilità di dare delle informazioni all'organismo, che comportano, dapprima una "segnalazione di guasto" al cervello, e poi un accompagnamento verso le "riparazione" del sistema.
Dott. Mario Picconi
Si tratta di un complesso di alterazioni della fisiologia dovute a stress di vario tipo: fisici, chimici, sociali e psicologici. La sindrome generale di adattamento fu evidenziata dal medico endocrinologo ungherese Hans Selye nel 1936, l’ipotesi, corroborata da sperimentazioni, si fondava sull'esistenza di meccanismi biologici che presiedono alle risposte di adattamento di un organismo a fronte di un agente nocivo, rappresentati da un insieme di segni e di sintomi tra loro correlati e coerenti tale da far pensare all’esistenza di una sindrome generalizzata di risposte, denominata, successivamente, “sindrome generale di adattamento” (SGA) o, facendo riferimento alla metallurgia, “stress”.
Nei suoi studi su cavie di laboratorio, Selye dimostro che essa si organizza in tre fasi successive. La prima fase, di allarme, è contrassegnata da una reazione di stress acuto in cui sono mobilitate le difese dell’organismo (iperattivazione ipofisi-corticosurrene). Nella seconda fase, di resistenza, l’organismo è impegnato nel fronteggiare l’agente stressante (definito stressor); la reazione di stress è sempre attiva e continua l’iperproduzione di cortisolo. La terza fase, di esaurimento, subentra quando l’esposizione allo stressor si protrae in modo abnorme e l’organismo non può mantenere più a lungo lo stato di resistenza; in questa fase la corteccia surrenale entra in stato di esaurimento funzionale e si possono sviluppare nell’organismo patologie di vario tipo, a volte difficilmente reversibili.
L’importanza delle scoperte di Selye risiede soprattutto nel fatto che per la prima volta in fisiologia e in medicina veniva stabilita l’esistenza di un rapporto tra stimoli esterni, per es. di minaccia, e reazione interna dell’organismo, dimostrabile, obiettivabile e misurabile. Sebbene questo meccanismo fosse probabilmente conosciuto da molti medici, sulla base delle osservazioni derivate dall’esperienza clinica quotidiana, la formulazione del concetto di stress rese possibile uno studio scientifico sistematico del rapporto tra organismo e ambiente e, nello specifico, tra stimoli ambientali, reazioni psicologiche, modificazioni fisiologiche e sviluppo di malattie.
Gli effetti negativi dello stress si verificano quando vi è un’incongruenza fra le richieste dell’ambiente e la capacità soggettiva di esaudirle. Tale incongruenza viene definita distress, contrapposta alla condizione di eustress che è positiva e fonte di gratificazione per l’individuo.
In relazione alla tipologia di stress Selye, sosteneva che ogni individuo possiede un diverso livello di resistenza al fenomeno, che, a sua volta, non è sempre e necessariamente di tipo negativo o dannoso. I fenomeni che generano stress si possono riconoscere nell’angoscia, nello sforzo fisico, come pure nel successo. Molto interessante è anche la questione che dal punto di vista della sua capacità di provocare uno stress, non ha importanza che l’agente stressante, o la situazione che dobbiamo fronteggiare, sia piacevole o spiacevole: conta solamente l’intensità del bisogno di adattamento o riadattamento (Selye, 1974). Pertanto l'organismo, internamente, non è capace di distinguere la "motivazione" per cui si produce lo stress, ma risponderà sempre secondo un determinato schema.
Analogamente alla medicina cinese, secondo la quale "l'energia del corpo è una sola", gli individui, secondo Selye, possiedono un “serbatoio di energie” per fronteggiare gli stimoli esterni, in base al quale si determina il livello di resistenza al fenomeno. Tale “serbatoio di energie” si esaurisce facilmente quando l’agente stressante è particolarmente intenso, o quando più fattori stressanti agiscono contemporaneamente, oppure ancora quando l’azione degli agenti stressanti è prolungata nel tempo.
COME PUO' ESSERE DI AIUTO L'AGOPUNTURA E IN GENERALE LA MEDICINA CINESE?
In termini fisiologici, l'agopuntura si fonda sul principio della medicina tradizionale cinese, che si occupa del ripristino o mantenimento dell'equilibrio energetico della persona in termini Yin/yang; la concezione superficiale che l'agopuntura sia una terapia per trattare il dolore, deriva da una informazione relativa alla ricerca di un effetto riscontrabile, e tutto ciò è relativo al fatto che il sintomo "dolore" sia in realtà una risposta dell'organismo ad un qualcosa che ne ha alterato l'equilibrio omeostatico e lo sta danneggiando; pertanto l'agopuntura tratta si il dolore, ma lo fa attraverso il riequilibrio funzionale del sistema che si è alterato. Inoltre esistono tutta una categoria di sintomi o patologie "senza apparente causa", che possono essere trattate proprio perchè i meccanismi dello stress hanno comportato un danneggiamento, apparente o reale, a vario livello dei sistemi di funzionamento dell'organismo.
La particolarità dell'agopuntura e in maniera specifica anche dell'agopuntura auricolare (auricoloterapia) risiede nella possibilità di dare delle informazioni all'organismo, che comportano, dapprima una "segnalazione di guasto" al cervello, e poi un accompagnamento verso le "riparazione" del sistema.
Dott. Mario Picconi